Berlino, la Märchenstraße e Monaco, ancora nel Regno del Re delle favole: vacanze in Germania!

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Per questa estate abbiamo programmato le vacanze in Germania; di batterio killer non si parla da un bel po’ di giorni, e così il percorso è approvato all’unanimità. In un primo momento si era decisa solo la Via delle Fiabe, cui si è aggiunta Berlino con “solo” 300 km di deviazione e qualche giorno in Baviera.

Berlino a parte, si può dire che abbiamo percorso un tracciato da favola: dai fratelli Grimm al Re delle Favole, Ludwig II di Wittelsbach. Partiamo il 16 luglio intorno alle ore 21.

Scarica i POI di questo viaggio, "Vacanze estive 2011", per il tuo navigatore nella sezione GPS  (è necessario essere registrati)

Con un vero “tour de force” riusciamo a sostare per la notte nell’area di Sant’Apollinare in Classe. Pochissime ore di sonno e già alle 6 del 17 luglio ripartiamo. Pausa colazione di cinque minuti e alle 14 siamo sul versante austriaco del Brennero (temperatura 10°), dove ci fermiamo per il pranzo nel parcheggio di un supermercato. Ripartiamo subito, e da qui in poi il sole ci abbandona; arriviamo in Germania e inizia a piovere. La pioggia ci accompagnerà per tutto il viaggio fino alla nostra sosta notturna a circa 250 km da Berlino. 18 luglio: ci alziamo abbastanza presto anche oggi, acquistiamo dei cornetti in una delle numerosissime aree di sosta e alle 9 siamo a Berlino, proprio sotto la Colonna della Vittoria!
Piccola parentesi sull’accesso delle auto a Berlino: la Plakette per le polveri sottili obbligatoria per accedere al centro è verde, ma fino a dicembre 2011 è concesso ai veicoli immatricolati all’estero di circolare anche con la gialla (vedi info per la plakette in italiano e in tedesco). Alle 11 arriviamo nell’area di sosta Reisemobilstation Berlin Mitte (sito web in italiano – 17 euro per camper e due adulti compresa elettricità e camper service – 2euro per ogni persona in più), ci sistemiamo, svolgiamo le pratiche di arrivo (si prende posto e si comunica alla reception il numero della piazzola) e saliamo subito sulle nostre bici. C’è da precisare che a Berlino ogni strada ha il suo percorso ciclabile, o sul marciapiede o una minicorsia riservata alle bici sul lato più a destra della carreggiata, corsia che gli altri veicoli non invadono MAI. In venti minuti siamo sotto la Colonna della Vittoria (Siegessäule), che si trova vicino al monumento in onore di Bismarck. La Colonna è al centro di una rotatoria e si può raggiungere attraverso quattro tunnel costruiti nel 1941. Acquistiamo il biglietto alla cassa (3euro, ridotto 2,50euro) e saliamo i 285 gradini che conducono a una spettacolare vista della città!

Berlino
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Da qui ci dirigiamo verso il quartiere di Charlottenburg, dove si trova la Chiesa commemorativa dell'Imperatore Guglielmo (Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche), danneggiata dai bombardamenti, e lasciata così come fu devastata dalla guerra per rammentarne gli orrori; con rammarico scopriamo che è in restauro e, quindi, non possiamo vedere l’esterno. Si può accedere però gratuitamente per ammirare l’interno. Costruita alla fine dell’Ottocento, vi si trova ancora il Cristo di Hermann Schaper, la Madonna di Stalingrado e antichi mosaici sul soffitto. Nell’unica grande sala visitabile ci sono un mini negozio e una mostra fotografica chiamata Memoriale (Gedenkhalle). Visitiamo anche la sua Chiesa-gemella, si trova proprio di fronte ed è in stile ultramoderno; costruita per svolgere le funzioni ormai perse dalla vecchia. All’esterno ci sono molte e graziose rivendite di ogni genere di merce; assaggiamo il caratteristico "Currywurst", il wurstel al curry; tipicità (!) del posto tanto che è stato istituito un museo. Come in tutti gli angoli della Germania, anche qui ci sono disseminati Biergarten ovunque! Ci rimettiamo in sella alle bici e ci spostiamo al Sony Center, un complesso di edifici con una superficie di 26.000 m², inaugurato nel 2000 e veramente scenografico. In questo plesso si trova anche il centro giochi della Lego. Proseguiamo verso Potsdamer Platz, che, nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, con la costruzione del Muro, si trovò divisa in due. Ora è stata egregiamente rivalorizzata con costruzioni moderne, e, oltre ai soliti pannelli informativi, vi si trova un soldato russo che con una modica cifra (mi sembra 2.50 euro) fornisce ai turisti una cartolina e un visto con i timbri delle diverse zone, proprio come si faceva ai tempi della città divisa. Una bella foto con il simpatico soldato e ci avventuriamo verso il Centro di Documentazione della Topografia del Terrore. Arriviamo in Niederkirchnerstrasse e guardiamo con attenzione la mostra open - air “Berlino 1933-1945 tra propaganda e terrore”, una documentazione fotografica (con didascalie in tedesco e inglese) sulla politica di sterminio e persecuzione attuata dal regime dell’epoca collocata alle spalle di circa 200 metri del Muro originale. La mostra è aperta da maggio a settembre dalle 10 alle 20 con ingresso libero, in inverno chiude un paio d’ore prima. Sempre con ingresso libero, nella struttura di fronte alla mostra, un centro di documentazione che richiama oltre 500.000 visitatori l’anno: la "Topografia del terrore" (Dokumentationszentrum Topographie des Terrors – sito web in italiano). È uno dei luoghi della memoria più visitati di Berlino, ubicato proprio nel luogo dove si trovavano le sedi, durante il "Terzo Reich", del Comando Generale della Gestapo, delle SS e della Polizia Segreta. C’è la possibilità di utilizzare delle audio guide e, al piano inferiore, ci sono delle comodissime poltroncine con tanto di poggiapiedi, dove i turisti si riposano e, a volte, si addormentano! Trascorriamo qui due ore e, alla fine, in dieci minuti raggiungiamo il Check Point Charlie, noto posto di blocco tra la Berlino Est e la Berlino Ovest. Una mostra fotografica tra le strade Friedrichstraße e Zimmerstraße documenta le molte fughe spettacolari di cittadini che tentavano di lasciare la zona. Anche qui un soldato a disposizione per foto-ricordo. La fame si fa sentire e così saliamo al piano superiore del Mc Donald e mangiamo sul terrazzo con vista Check Point! È ormai tardino, ma non abbiamo per nulla intenzione di rientrare; ultimo appuntamento della giornata ad Alexander Platz sulla Torre della Televisione, la Fernsehturm (ingresso adulti 11euro, fino a 16 anni 7euro, sotto i 3 anni gratuito). Siamo anche fortunati, c’è un’attesa di “soli” venti minuti. Ci godiamo una bella “Berlino by night” da 200 metri circa di altezza.
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Torniamo lentamente al camper quasi all’una di notte, lasciando una città in piena vita! 19 luglio: usciamo alle 10 per visitare la Sinagoga, vicinissima all’area di sosta; in realtà non è più una sinagoga attiva, ma solo un museo. Non c’è audio guida in italiano ma solo in tedesco, inglese ed ebraico, le didascalie sono anche in inglese ed è assolutamente vietato fotografare. Venne costruita intorno alla metà dell’Ottocento su progetto dell'architetto Eduard Knoblauch, ed era la più grande sinagoga di Berlino. Durante la Notte dei Cristalli, nel 1938, quando vennero distrutti più di 7.000 negozi ebrei, fu danneggiata anche se in modo non considerevole. I bombardamenti del secondo conflitto mondiale ne peggiorarono le condizioni; in ultimo, nel 1958 le autorità della DDR ne decretarono la demolizione. Fu ricostruita tra il 1988 e il 1995. Tornati al camper, saldiamo il conto e ci spostiamo su Altonaer Straße, non lontano dalla Colonna della Vittoria; abbiamo intenzione di passare una giornata allo Zoo, e da qui non è distante. La sosta sul viale è consentita, abbiamo chiesto ad un uomo della “Polizei”. Un contrattempo ci costringe a un fuoriprogramma: una bici con una gomma a terra ci obbliga a tornare al camper e a spostarci alla ricerca di una rivendita per sostituire la camera d’aria. Scopriamo un negozio (“tip Auto … “ in Reinickendorfer Straße, 1) che è un vero paradiso; 7.000 mq. di accessori per auto, moto e bici, dove compriamo molto più del necessario. Risolto il problema della bici, è ormai troppo tardi per lo zoo. Tornare nell’area a quest’ora è impossibile, avrà già tutti i posti occupati, così parcheggiamo vicino la Reichstag e dedichiamo il pomeriggio al centro di Berlino. La Reichstag non possiamo visitarla, bisognava prenotare almeno tre giorni prima; la visita è gratuita ma bisogna compilare un modulo on-line. Proseguiamo verso il centro e arriviamo alla grandiosa Porta di Brandeburgo (Brandenburger Tor), simbolo dell’unità tedesca. La quadriga posta sulla sua sommità è della fine del Settecento e, a inizio Ottocento, Napoleone la portò a Parigi come bottino di guerra, ma qualche anno più tardi i prussiani la riportarono indietro, aggiungendo una croce di ferro alla corona. Anche questo splendido monumento cadde sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale che la danneggiarono e ne resero necessario il restauro alla fine degli anni Cinquanta; la fortuna fu che gli stampi originali si trovavano, e si trovano tuttora, nel deposito della fonderia Noack a Berlino Ovest. Durante il periodo della Berlino divisa fu rivolta verso la Berlino Est, per poi riprendere la posizione originale quando cadde il muro. Nella piazza una buona quantità di personaggi che svolgono lo stesso compito dei Centurioni del Colosseo, soldati tedeschi e russi che si fanno immortalare con i turisti. Sembra un po’ il cuore della città, da qui partono molti tour turistici, i taxi-bici e si possono affittare delle buffissime bici che permettono il trasporto di molte persone. Dalla Porta inizia il viale Unter den Linden (Sotto i Tigli), così chiamato per gli alberi di tiglio che popolano il percorso centrale del viale più elegante della città. Lo percorriamo tutto inoltrandoci nel quartiere Mitte, e arriviamo alla Cattedrale di Sant’Edvige, il luogo di culto cattolico più importante della città. Qui è sepolto padre Bernhard Lichtenberg, ucciso in un campo di concentramento e beatificato come martire. C’è da precisare che in Germania la regione con una buona componente di cristiani cattolici è la Baviera, nel resto del Paese la componente protestante è in maggioranza; in ogni paese o città, comunque, c’è sempre un cartello che indica gli orari delle funzioni di entrambe le correnti religiose. Non lontano vi è il maestoso Duomo, purtroppo possiamo ammirarlo solo dall’esterno perché a quest’ora è ormai chiuso. Passeggiando attraversiamo anche un bel ponticello sullo Strea e arriviamo pian piano nell’Alexanderplatz, palcoscenico di moltissimi artisti di strada, dove si trova l’Orologio del Mondo (Berlin-Uhr). Facciamo numerosi acquisti di souvenir, e non solo, e, tornando al camper, ci lasciamo alle spalle una spettacolare Porta di Brandeburgo illuminata ad arte. Restiamo qui per la notte, visto che sembra molto tranquillo.

Berlino
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Al mattino (20 luglio), però, dobbiamo spostarci entro le 10; oggi da quest’orario, infatti, vige il divieto di sosta per chissà quale motivo. Parcheggiamo di nuovo su Altonaer Straße; oggi è la giornata dello Zoo. Lo raggiungiamo passando attraverso il Tiergarten, l’immensa area verde della città. Usciamo dal parco zoologico alle 18, orario di chiusura; è molto ben tenuto e con infiniti esemplari. Il settore che ci colpisce particolarmente è quello degli animali notturni: mai visto niente di simile. Domani inizieremo il percorso lungo la Via delle Fiabe, ma ci dispiace lasciare Berlino: è una città splendida, giorno e notte, accogliente e vivibilissima come pedoni e come ciclisti. Di monumenti datati non ce ne sono molti a causa dei bombardamenti dell’ultima guerra. La parte Est è tuttora in “restyling”; incredibile l’opera di trasformazione attuata in pochi anni, moltissimi dei palazzoni in stile sovietico e in stato di avanzato degrado sono stati ristrutturati e rimodernati. Curiosi quelli in fase di rifacimento: si vede l’edificio da recuperare e, davanti, un’immagine della struttura così come sarà trasformata. Riflettendo sulla città, c’è da dire che qui colpisce, ancor più di ciò che si vede, ciò che ormai non c’è più; come mostrano le esposizioni fotografiche disseminate nelle strade, testimonianze di una vecchia città ormai scomparsa, sostituita da una in prevalenza moderna, fin troppo! Sono comunque palesi la volontà e l’impegno dei tedeschi che, dopo il secondo conflitto mondiale e la caduta del muro, hanno ricostruito e ristrutturato in tempi da record.
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La nostra vacanza prosegue ora su una delle tante strade tematiche della Germania: la Via delle Fiabe (Deutschen Märchenstraße). Si snoda in un percorso di quasi 700 chilometri, da Buxtehude (non lontano da Amburgo) a Hanau. Protagonisti del percorso i Fratelli Grimm (in tedesco Brüder Grimm), che, nati ad Hanau, furono ispirati dalle tante cittadine comprese in quest’area per la stesura dei loro racconti conosciuti in tutto il mondo. Occorrerebbero molti giorni in più rispetto a quelli che dedicheremo durante questo viaggio, ma sarà un’occasione per tornarci. Ripartiamo, quindi, in direzione Buxtehude; prima città della Deutschen Märchenstraße iniziando da Nord. Arriviamo tardino all’area camper (Area Attrezzata Am Schützenplatz in Genslerweg - parcheggio gratuito, carico e scarico 1euro, 6 colonnine con 6 allacci elettrici – vicinissima al centro). Piccolo avviso: in questo, come in molti altri piccoli centri, ci sono zone in cui possono circolare anche le auto (oltre ai pedoni e alle bici), in zone in cui possono circolare bici e pedoni, e una ristretta zona pedonale in cui è possibile circolare soltanto a piedi, bisogna scendere dalle bici. 21 luglio: Buxtehude sembra essere poco visitata dagli italiani, nell’area solo camper tedeschi. È piccolina, ma molto bella; sembra proprio un paesino in cui vengono ambientate le fiabe, non a caso il motto della città: “Furbo chi c’è già” ("Schlau, wer schon da ist!"), palese riferimento alla qualità della vita. Visitiamo dapprima la Chiesa evangelica di San Pietro (St. Petri), a tre navate e costruita in mattoni, che conserva un altare pieghevole dedicato alla Madonna del 1410; 18 dipinti a olio raffigurano gli episodi più significativi di Maria. Tra una camminata e una pedalata, incrociamo il monumento della fiaba-simbolo di Buxtehude, quella del Riccio e la Lepre (Hase und Igel);  storia poco conosciuta, che vuole insegnare che non si deve prendere mai in giro il prossimo perché potrebbe avere doti nascoste, e si può ottenere di più usando l'astuzia (riccio), anziché la prestanza fisica (lepre). Poi, divertente, è quello legato alla famosa leggenda che accompagna da secoli questo piccolo centro, un Cane e una campana (Buxtehude, wo die Hunde mit dem Schwanz bellen - Buxtehude, dove i cani abbaiano con la coda). Questa espressione sembra esserci dall’Ottocento; però gli abitanti preferiscono farla risalire addirittura al Medioevo, all'epoca della fondazione della città. L'Arcivescovo Gilbert chiamò ingegneri olandesi che conoscevano bene le nuove tecniche di costruzione in zone con molta acqua. Dove c'era il monastero di Buxtehude, costruirono una città portuale moderna, Buxtehude appunto. Come simbolo della nuova città, che sarebbe presto diventata membro della Lega Anseatica, c'era una bellissima Chiesa con un alto campanile. E mentre in tutte la altre città le campane erano suonate con un martello, qui usarono la corda. Questa ben presto si consumò, tanto da ricordare la coda di un cane! Da qui il detto che abbaiano con la coda, ovvero le campane che si suonano con la corda. La frase vuole essere un implicito riferimento allo spirito progressista dei cittadini di Buxtehude. Ci tratteniamo parecchio anche nei negozi. Buonissimi i dolci ai semi di papavero e i ribes freschissimi! Dopo un veloce pranzo, partiamo alla volta di Brema (portale turistico della città in lingua italiana). In centro si potrebbe entrare solo con la Plakette verde, ma è consentito il transito ai camper che ne sono sprovvisti solo se diretti verso l’area di sosta; arrivati nell’area Am Kuhhirten (10euro/notte e si deve uscire il giorno successivo entro le 14; elettricità 0,50euro/1kw scarico gratuito, carico 1euro/100 l. oppure 10cent/10 l. - 5 minuti in bici dal centro - attenzione bisogna avere monete da 50 cent per l’elettricità), ci sistemiamo e intorno alle 18 usciamo in bici. Per quanto riguarda le fiabe dei Grimm, Brema è il simbolo dei Musicanti (Bremer Stadtmusikanten); troviamo subito il monumento ai quattro animali, ma quello che ci colpisce è la bellezza del Rathaus (il Municipio), la statua del Rolando (il Roland), la Böttcherstraße dall’architettura veramente particolare, il quartiere storico di Schnoor (Schnoorviertel), il Seute Deern, l’ultimo veliero in legno, e il Duomo di San Pietro (St. Petri Dom), che però non riusciamo a visitare perché già chiuso; rimandiamo la visita a domani, intanto ci gustiamo un’ottima cena in stile bavarese nell’Hofbräuhaus di Brema. Scegliamo come menù Zuppa bavarese di patate con speck (Bayerische Kartoffelnsuppe), Zuppa bavarese con polpettine di fegato (Münchener Leberknödelsuppe) e il Piatto misto (Tapas-Teller). 22 luglio: questa mattina completiamo la visita di Brema; temperatura a 14°! Il Duomo è una Chiesa Evangelica Luterana; è molto bello, e interessanti sono anche le cripte. Uscendo curiosiamo nel mercatino e approfittiamo per un po’ di spesa tra cui vari tipi di pane, al pomodoro e basilico, alle cipolle e ai semi vari. Per completare ci spingiamo fino alla scenografica Galleria Kaufhof, nella Brema dello shopping. Tornati all’area di sosta, eseguiamo le operazioni di camper service e ripartiamo.

Buxtehude
Buxtehude Buxtehude
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Buxtehude Buxtehude
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Brema
Brema Brema
Brema
Brema Brema
Brema
Brema Brema
Brema
Brema Brema
Brema
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Durante il percorso in autostrada ci fermiamo per il pranzo e per riposarci un po’, così arriviamo a Hameln, la città del Pifferaio Magico (Der Rattenfänger), nel pomeriggio. Ci posizioniamo nell’area camper Hannes Weserblick, a poche centinaia di metri dal centro (3euro/ per le prime 3 ore, 1euro /ora per le ore successive, 8euro/24 ore, acqua 1euro/100 l., scarico gratuito, elettricità 1euro/8 ore - attenzione il primo inserimento è sempre di tre ore cui se ne possono aggiungere altre). Anche qui andiamo in centro con le bici e subito notiamo numerosi cartelli numerati: il “Percorso dei Topi” ("Auf den Spuren des Rattenfängers"). È proprio a una leggenda su questo poco amato animaletto che la cittadina deve la sua notorietà; pare che centinaia di anni fa fosse stata invasa dai topi e così, un tal pifferaio promise di liberarla incantandoli con il suono del suo flauto; riuscì nella sua impresa, i topi lo seguirono, ma quando si vide rifiutare la ricompensa promessa, adirato suonò di nuovo il suo flauto: questa volta lo seguirono tutti i bambini di Hameln, che sparirono dalla città. È un borgo veramente grazioso, tipiche case a graticcio e tanti edifici storici come la Leisthaus, in stile rinascimentale del Weser, è stata costruita nel XVI secolo per conto del ricco commerciante di mais Gerd Leist; sulla facciata risaltano mascheroni dorati, queste teste grottesche di persone, animali o creature fantastiche si diceva che allontanassero gli spiriti maligni. Incontriamo anche la Casa del Pifferaio magico del 1602 con l’iscrizione che ricorda l’esodo dei bambini. Divertentissimo il liquore in vendita: il" RattenKiller", l’Ammazzatopi! Da metà maggio fino a metà settembre viene rappresentata in piazza la leggenda del Pifferaio, ogni domenica alle ore 12. Non resteremo per assistere allo spettacolo, che è in tedesco, e così lasciamo il Pifferaio per raggiungere il Barone di Münchhausen (Baron von Münchhausen), famoso per i suoi racconti inverosimili. Questa non è una fiaba dei Grimm, ma un romanzo di Rudolf Erich Raspe, che s’ispirò a un tizio di Bodenwerder chiamato Karl Friedrich Hieronymus e vissuto nel ‘700. Il Barone, grande intrattenitore, era solito raccontare le sue storie palesemente inverosimili: volava nello spazio a cavallo di una palla di cannone, dei suoi tre servitori uno sentiva crescer l'erba, per salvarsi dalle sabbie mobili si era afferrato per i capelli ed era riuscito ad uscire, in sostanza una fandonia dopo l’altra! E anche qui c’è uno spettacolo che si tiene ogni prima domenica del mese da maggio a ottobre alle 15. Nel bellissimo paesino di Bodenwerder, in ogni angolo ci sono monumenti, pitture sui muri e tanto altro che ricordano il celebre personaggio. C’è una comodissima area camper, “Am Mühlentor” (6euro/giorno, elettricità a forfait 2,50euro, acqua sempre a forfait 2euro), ma dovendo restare giusto il tempo di una passeggiata, ci fermiamo in un parcheggio all’inizio del paese. È un luogo ideale per il relax: area interna pedonale e uno dei più bei marciapiedi lungo il fiume Weser (Weserpromenade). Da qui si può prendere un battello per minicrociere o spostamenti sul fiume. Terminata la nostra passeggiata, ancora una favola: Cenerentola (Aschenputtel). Ci fermiamo a Polle nel parcheggio di un supermercato non lontano dal Castello, ottima posizione per una visita veloce. Una breve passeggiata e siamo a Burg Polle, castello rinascimentale in rovina che ispirò la fiaba di Cenerentola. Nell’edificio accanto una compagnia teatrale di anziani sta provando uno spettacolo, ci salutano con simpatia e proseguono il loro copione.

Hameln
Hameln Hameln
Hameln
Hameln Hameln
Hameln
Hameln Hameln
Hameln
Hameln Hameln
Bodenwerder
Bodenwerder Bodenwerder
Bodenwerder
Bodenwerder Bodenwerder
Bodenwerder
Bodenwerder Bodenwerder
Bodenwerder
Bodenwerder Bodenwerder
Bodenwerder
Bodenwerder Bodenwerder
Polle
Polle Polle


Per la notte puntiamo dritti a Hofgeismar, nell’area attrezzata "Turnhagen Sälber Tor" (gratuita, elettricità 1euro/2 kWh, acqua 1euro/80 l., edificio con servizi per disabili). 23 luglio: raggiungiamo il centro a piedi, passiamo all’ufficio turistico e prendiamo qualche opuscolo informativo. Siamo nella Reinhardswald (la foresta di Reinhard), zona della Bella Addormentata nel Bosco (Dornröschen), e, se si conosce il tedesco, si possono prenotare visite guidate con il Cavalier Dietrich, un personaggio in costume che conduce i turisti alla scoperta dei Castelli e della Foresta. Da segnalare l’Altstädter Kirche, la Collegiata di Nostra Signora, una delle più importanti dell’Assia (la regione in cui ci troviamo); all’interno un altare del 1310, probabilmente parte della chiesa del convento dei Francescani. La parte centrale del Passionsaltar è purtroppo andata persa, rimangono i pannelli laterali. I due pannelli a sinistra mostrano l'inizio della Passione di Gesù, cominciando con la preghiera sul Monte degli Ulivi e la cattura prima della crocifissione, mentre, quelli di destra, Gesù già risorto dalla morte e un altro pannello e Maria Maddalena presso la tomba del Salvatore risorto. Abbandoniamo questa zona che forse meriterebbe un po’ più di attenzione e ci spostiamo a Trendelburg; non ci sono molti turisti in giro e riusciamo a parcheggiare nella piccolissima piazza di fronte l’entrata del Castello. Fatto costruire nel XIII sec. dal conte Konrad II von Schöneberg, nel corso dei secoli è passato sotto vari proprietari, ma dal 1949 è stato convertito in una struttura alberghiera e di ristorazione. Secondo la tradizione popolare era un tempo abitato da Raperonzolo (Rapunzel) tenuta prigioniera da una strega che si arrampicava sulla torre grazie alla sua lunga treccia bionda. La fiaba finisce, come spesso accade, con un principe e Rapunzel che vissero felici e contenti. Oggi rimane questo bell’edificio con una lunga treccia che scende giù dalla torre e che affascina tanti turisti; l’accesso al cortile interno e alla base della torre (da cui si può quasi toccare la treccia) è gratuito. Si può anche dormire nella torre di Rapunzel e mangiare nel ristorante dove si organizzano le affascinanti Cene da Favola. Ogni Domenica da Aprile a Ottobre alle 15 esce Raperonzolo che concede autografi insieme al suo principe (adulti 3euro, bambini da 6 a 12 anni 1,50euro). Osservando il Castello dalla strada sottostante è impossibile non notare una casa costruita quasi a ridosso delle antiche mura, una vera bruttura! Ci divertiamo un po’ a fotografarci mentre tocchiamo la treccia, ma presto ripartiamo alla volta di Oberweser. Abbiamo qualche difficoltà a raggiungerlo, poiché nel nostro navigatore non appare nella lista delle località; così aggiriamo l’ostacolo cercando tra i punti di interesse dove scoviamo un campeggio. In effetti, è proprio fuori la cittadina simbolo di ben due fiabe: Biancaneve e il Gatto con gli Stivali (Schneewittchen e Der gestiefelte Kater). Il monumento al Gatto con gli Stivali non lo cerchiamo neanche, mentre l’unico che vediamo è quello a Biancaneve; nulla di scenografico per la verità: una pietra con i personaggi scolpiti in bassorilievo. Curiosa è l’interpretazione che dà alla sua opera l’autore, Wienhold Gernemann: Biancaneve rappresenta la grazia e la lealtà, i nani, con nomi diversi da quelli a tutti noti, rappresentano l’individualismo, la sensibilità, la saggezza, la matrigna la gelosia e la vendetta; sulla scultura sono rappresentate anche una nonna con la propria nipotina per trasmettere, a chi le osserva, che gli insegnamenti delle fiabe non vanno mai dimenticati nella vita. C’è un’altra città (Lohr am Main, in Franconia) che si fregia del titolo di ispiratrice della Biancaneve dei Grimm, chissà quale sarà quella autentica! Dedichiamo parecchio tempo, invece, al mini-parco Il Mulino (Der Mühlenplatz - ingresso adulti 2euro e ragazzi 0,80euro), una mostra aperta da aprile ad ottobre, dalle 10 alle 18 che comprende riproduzioni esatte di mulini ad acqua, castelli e palazzi, chiese ed altro, site in Germania e in altri paesi europei. Molto bello! Il parcheggio è all’ingresso della struttura.

Hofgeismar
Hofgeismar Hofgeismar
Hofgeismar
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Trendelburg
Trendelburg Trendelburg
Trendelburg
Trendelburg Trendelburg
Oberweser
Oberweser Oberweser


Ancora pochi chilometri e ancora una principessa: Sababurg, il Castello della Bella Addormentata (Dornröschenschloss - ingresso adulti 1euro e bambini 0.50euro – parcheggio comodo e gratuito). Oggi c’è anche un piccolo spettacolo di animazione con un personaggio in abito d’epoca; deve essere molto divertente a giudicare dalle sonore risate degli spettatori, ma è, ovviamente, in tedesco. Anche se parzialmente ridotto in rovina, nel settore ancora in buono stato vi si trovano un albergo e un ristorante. L’atmosfera fiabesca continua visitando la città di Hannoversch Münden, che non a caso si può fregiare del titolo di più bella città di edifici a graticcio della Weserbergland. Ci sistemiamo in via Vor Der Bahn, in un parcheggio libero dopo aver chiesto informazioni alla "Polizei". Tra i personaggi leggendari celebrati vi è il famigerato dottor Johann Andreas Eisenbarth, il “medico viaggiante” in italiano noto come Dottor Barbadiferro. Dottore solo di nome, perché mai laureato e mai insignito della laurea “ad honorem”, esercitava in modo molto originale la professione di medico; viaggiava con una compagnia di circa 120 persone (musici e intrattenitori) che inscenavano carnascialeschi spettacoli mentre egli eseguiva i suoi interventi: il rumore altissimo della musica e dei giullari soffocava le urla dei pazienti. Progettò anche alcuni dei suoi strumenti di lavoro, come un ago per la cataratta! È famoso in tutta la Germania, tanto che una farmacia di Oberviechtach, Baviera (sua città natale) vende un preparato chiamato “Elisir di Eisenbarth” e nel 1977 le Poste tedesche gli dedicarono un francobollo. Come già detto, Hann.–Münden merita un posto d’onore nella classifica dei borghi più belli! Il centro è un vero gioiello, valorizzato da circa 700 case a graticcio, egregiamente restaurate e conservate e con il sorprendente Rathaus dalla facciata in stile rinascimentale abbellita da volute, piramidi e frontoni decorati da statue (si può ascoltare la musica del carillon che suona tutti i giorni in onore del Dr. Eisenbarth alle ore 12, 15 e 17). L’abitato è situato dove i fiumi Werra, Fulda e Wese confluiscono e grazie a questa ricca rete fluviale, è possibile fare mini crociere alla scoperta del territorio. Ci spostiamo a Kassel; l’area camper di fronte al campeggio Fulda Kassel-Camp è al completo, così proseguiamo per altri 12 chilometri circa per vedere il Castello e il Parco di Wilhelmshöhe (Bergpark Wilhelmshöhe). Ci fermiamo nel parcheggio del punto più alto, proprio dietro la statua di Ercole. Questa statua fu commissionata da Karl von Hessen, dopo aver visto, ed esserne rimasto affascinato durante uno dei suoi viaggi in Italia, l’Ercole Farnese (rinvenuto nelle Terme di Caracalla, era all’epoca collocata nel portico del cortile di Palazzo Farnese, venne nel 1787 trasferita a Napoli, e ora si trova nel Museo Archeologico Nazionale). Pare che l’Ercole di Kassel abbia in seguito ispirato l’artefice della Statua della Libertà di New York. Siamo sul monte Habichtswald, ed è da qui che inizia il Parco adagiato lungo un pendio di più di 500 metri di dislivello. Sotto l’Ercole, il Castello ottagonale, poi il sontuoso parco con cascate, scale, grotte e ponti dove in alcuni giorni si può assistere a scenografici giochi d’acqua. In fondo il Castello di Wilhelmshöhe, costruito tra il 1786 e il 1798. È nella lista propositiva dei Siti Unesco. Una bella passeggiata serale senza scender troppe scale e si riparte; avevamo in programma di visitarla questa cittadina, ma è molto più grande rispetto agli altri borghi della Via delle Fiabe, e così, non trovando posto nell’area predisposta e data un’occhiata in giro, non ci ispirano molta fiducia le strade con possibilità di sosta.

Sababurg
Sababurg Sababurg
Sababurg
Sababurg Sababurg
Sababurg
Sababurg Sababurg
Hannoversch Mün...
Hannoversch Münden Hannoversch Münden
Hannoversch Mün...
Hannoversch Münden Hannoversch Münden
Kassel
Kassel Kassel
Kassel
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Ripartiamo spostandoci a Wolfhagen. Parcheggiamo nell’area camper, peraltro abbastanza affollata, ci colleghiamo alla colonnina per l’elettricità e ceniamo con una bella minestra bollente, fuori sono 11°! (area in Siemensstraße – gratuita – con servizi e una Grillhütte, una specie di baita per il barbecue). 24 luglio: come sempre temperatura esterna al massimo a 15°, così, ben coperti, usciamo a visitare il paese-simbolo della fiaba Il lupo e i sette capretti (Der Wolf und die sieben Geißlein), che è ricordata con un monumento nella piazza centrale: la Märchenbrunnen, la Fontana delle fiabe. Ci trasferiamo, quindi, a Schwalmstadt (area gratuita su prato e senza servizi) per scoprire uno dei tanti luoghi che ricordano Cappuccetto Rosso (Rotkäppchen). L’ispirazione della popolare favola venne proprio dall’abitudine delle donne di questo paese di portare un piccolo cappello rosso sul capo, e non poteva certo mancare il monumento dedicato alla celebre bambina con il temuto lupo; c’è anche un museo locale, dove si trovano i tipici costumi del personaggio. In estate, in città e nei dintorni, si svolgono molte manifestazioni e, in questo periodo, c’è addirittura la Settimana di Cappuccetto Rosso. Schwalmstadt come città esiste dal 1970 e nacque dalla fusione dei comuni di Treysa e Ziegenhain. In quello che era il territorio di Treysa, attira la nostra attenzione la Chiesa senza tetto, la Totenkirche, o Chiesa dei Morti che è l'emblema ufficiale di Treysa. Le sue rovine sono uno splendido sfondo per molti spettacoli; è così chiamata perché dopo il 1610 venne utilizzata solo per celebrare funerali. Il tempo oggi non è un granché e cade anche un po’ di pioggerellina, così ci spostiamo di nuovo, questa volta ad Alsfeld . Riusciamo a sistemarci nel parcheggio vicinissimo al centro (Landgraf-Hermann-Straße) ed essendo domenica, oggi è anche gratuito. Passeggiando incontriamo una statua metallica del Principe Ranocchio (Froschkönig), nella piazza centrale la fontana con la statua della Guardiana delle Oche (Die Gänseliesel) e moltissime case decorate con colorati bassorilievi. Il centro storico, l’Altstad come viene chiamato in Germania, accoglie molte costruzioni del passato. La Stumpf-Haus, costruita nel 1609, prende il nome da un popolare borgomastro ed è l’edificio a graticcio più decorato della città. La Hochzeitshaus (Casa di nozze), della seconda metà del Cinquecento con alti frontoni ad arco. La sua posizione non consentiva di vederne la facciata dalla piazza, ma solo l'angolo, così l'architetto del palazzo, Hans Meurer, progettò uno splendido bovindo sul lato dell’edificio rivolto verso la Marktplatz. Buffissima una casa con due vere sedie “incollate” sulla facciata a mo’ di decorazione. In paese c’è un piccolo museo chiamato Casa delle Favole, Alsfelder Märchenhaus, aperto di mercoledì, sabato e domenica dalla 14 alle 17 (adulti 2euro, bambini3euro, festa di compleanno 39euro). Ripartiamo anche da qui per la città più a sud di questo percorso: Hanau. Parcheggiamo vicino la piazza centrale, ci son pochissime persone in giro e i negozi sono tutti chiusi: la Domenica è sempre così in Germania! Il tempo è ancora incerto, così la nostra visita si limita alla piazza centrale, dove è situata la statua ai Fratelli Grimm. Alziamo la testa dalle pagine delle fiabe, e lasciamo così l’ultima città della Via. Abbiamo in verità dedicato pochi giorni, ci vorranno almeno altri due viaggi per completarla, visto che sono 52 i paesi che, tra fiabe e monumenti notevoli, compongono questo percorso tematico. Abbiamo saltato molte città tra cui quelle che ricordano Frau Holle, e anche molti musei, ma impegnare troppi giorni rincorrendo lo stesso tema alla fine stanca, e così ci spostiamo in Baviera per completare un altro tracciato, Monaco e i luoghi di Re Ludwig II.

Alsfeld
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Hanau
Hanau Hanau
Wolfhagen
Wolfhagen Wolfhagen
Schwalmstadt
Schwalmstadt Schwalmstadt
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Prima di tutto, però, un giorno di divertimenti al parco Legoland. Dormiamo lungo l’autostrada, dopo una breve sosta per la cena nell’immenso parcheggio proprio di fronte alla rivendita Expocamp (5euro/notte – possibilità di elettricità) nelle vicinanze di Wertheim sulla strada chiamata Hymerring; di fronte un centro Outlet. 25 luglio: Legoland dispone di un comodo parcheggio camper al costo di 5euro al giorno, si deve però uscire entro le 22. La giornata trascorre tra giochi e aree espositive. È molto divertente e non grandissimo, si riesce a vederlo tutto anche con un solo giorno. Usciamo ad ora di chiusura (ore 20), ceniamo nel parcheggio e per la notte ci spostiamo nell’area camper del centro vendita di Sulzemoos. 26 luglio: oggi è decisamente più caldo. Prima di ripartire diamo un’occhiatina all’enorme rivendita di camper e accessori, ora hanno anche un partner italiano che aiuta per l’immatricolazione, se si vuole acquistare un mezzo. Con pochi chilometri di percorso arriviamo a Monaco (sito web in italiano). Entrando nell’Allianz Arena, dove avevamo parcheggiato in occasione di una nostra precedente visita nella città bavarese, una coppia di camperisti tedeschi ci avvisa preoccupata che oggi non si può sostare, stasera c’è la partita di calcio Bayern-Milan, e così è stato chiuso l’intero parcheggio. Ci spostiamo quindi verso il centro, si potrebbe utilizzare l’Olympia Park ma lo scorso inverno l’area riservata ai camper ci è sembrata abbastanza lontana dalla metro; ci vorrebbe un posticino un po’ più comodo, che riusciamo finalmente a trovare in una stradina del quartiere Milbertshofen che ci dicono esser tranquilla e utilizzata da parecchi altri camper. Restiamo! Pranziamo e usciamo immediatamente per dirigerci subito al centro storico di una Monaco riscaldata da un piacevolissimo sole. Sarà che a riveder le cose già viste si scoprono aspetti trascurati, ma non ci annoiamo davvero a passeggiare in questa splendida città che ci ospita per la terza volta. Siamo venuti precedentemente sempre in inverno, una prima volta con una deviazione della RomanticheStrasse (diario di viaggio) e una seconda volta per il Mercatini di Natale (diario di viaggio). Decidiamo di restare per più di un giorno, così alla stazione della metropolitana acquistiamo il biglietto Partner per tre giorni al costo di 22,80euro (sito web per informazioni sui trasporti in italiano). Magnifica come sempre la Marienplatz, dove assistiamo insieme con altre centinaia di turisti con il naso in su allo spettacolino del Carillon del Neues Rathaus, si ripete tre volte al giorno: alle 11, alle 12 e alle 17 in estate, mentre da novembre a febbraio solo alle 11 e alle 12. Ci rechiamo poi all’interno della Frauenkirche, il Duomo costruito nel 1494; simbolo della città con le sue torri a cupola identiche, è dedicato alla Madonna. Dalla sua torre alta 99 metri si possono scorgere le Alpi, ma a noi non va di salire. La grande Chiesa, se non ci fossero gli arredi conterrebbe circa 13.000 persone che, all’epoca della costruzione di questo edificio tardogotico, erano gli abitanti che contava Monaco! All’entrata si può osservare l’enigmatica ”impronta nera”, un piede impresso in una lastra di pietra che, secondo la leggenda, sarebbe l’impronta del diavolo, il quale, stizzito per la costruzione di questo nuovo edificio di culto, entrò furtivamente nella Chiesa non ancora consacrata. Dapprima scoppiò in una risata quando non vide alcuna finestra, pensando che un edificio senza finestre servisse a poco. Era proprio nel punto esatto in cui è impressa l’impronta, provocata dal suo pestare i piedi per terra dalla gioia. In effetti, dal quel punto le finestre non sono visibili, ma, spostandosi, si accorse che ce n’erano e in gran numero. Incollerito, si trasformò in un vento fortissimo per far crollare l’edificio, ma non vi riuscì e così, secondo la credenza popolare, lui o uno dei suoi seguaci ancora imperversa tra le torri. All’interno il Kenotaph, ossia il cenotafio (monumento funerario con le spoglie del defunto), in onore di Ludwig von Bayern, Ludovico il Bavaro, circondato dalle statue di quattro cavalieri, rappresentanti la pace e la guerra. Le sue spoglie, però, si trovano nella cripta. Alla cripta si accede da una scalinata alle spalle dell’Altare, ed è luogo di sepoltura di molti nobili e reali appartenenti alla famiglia Wittelsbach di Baviera; la più antica è quella di Beatrice di Slesia-Glogau, duchessa di Baviera, ma ci sono anche quella di Maria Teresa di Baviera, l’ultimo Re Bavarese Ludwig III e sua figlia, la Principessa Ildegarda. Vi è anche un ostensorio contenente reliquie di Pio X.

Legoland
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Monaco
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Usciamo e ci spostiamo al Viktualienmarkt, il notissimo mercato non lontano dalla Marienplatz, dove si vendono prodotti tipici internazionali e bavaresi. Mangiamo qualcosa al NordSee, l’ottima catena di ristorazione a base di pesce. Passiamo tra i Palazzi tipicamente affrescati e decorati, raggiungiamo la KönigPlatz, quindi riprendiamo il bus e ci rechiamo all’Englischer Garten, splendido parco di 374 ettari nel cuore della città; è impossibile visitarlo tutto a piedi! Lungo le stradine monacensi che corrono, turisti che camminano e ammirano le molte specie avicole del laghetto; nei prati tanti ragazzi che giocano a calcio, immancabile la Bier Garten. Qualche giretto nei negozi e torniamo al camper. 27 luglio: oggi si visita il Deutsches Museum. Vanta vari primati; è uno dei primi musei del mondo dedicati alla scienza e alla tecnica, uno dei più grandi al mondo con una superficie di 50.000 m² e anche uno dei più visitati. I settori sembrano non finire mai, così come i giochi e gli esperimenti interattivi. Splendide le barche a vela antiche, le sonde spaziali e un’altra infinità di capolavori della scienza. Mi colpisce molto la ricostruzione degli interni delle navi che portavano i migranti europei verso l’America nei primi del ‘900, il primo sommergibile tedesco, l’U1 costruito nel 1906 e nel museo dal 1921, la storia degli strumenti di calcolo, dall’abaco fino ai modernissimi pc. Fantastico il modellino in scala di una fabbrica di birra che illustra la produzione della bevanda simbolo della Germania, così come si usava tantissimi anni fa, ai tempi dei Re! Ci vorrebbe un libro intero per darne una descrizione esaustiva, basta sapere che siamo entrati alle 10 e usciti alle 18 senza riuscire neanche a fermarci in moltissime sale! Ci facciamo poi una bella passeggiata in centro fino a Karlsplatz, e a cena ci concediamo dei piatti tipici bavaresi alla Löwen am Markt (nel sito anche il menù in italiano cliccando alla voce Speisekarte). Per esser precisi ordiniamo due mezzi stinchi di maiale croccante con salsa alla birra scura, canederlo di patate e cappuccio in insalata (½ Knusprige Schweinshaxe mit Kartoffelknödel und Krautsalat) e un arrosto di maiale al forno con salsa alla birra scura, canederlo di patata e cappuccio in insalata (Ofenfrischer Schweinebraten in Dunkelbier-Sauce mit Kartoffelknödel und Krautsalat): buonissimi!!! Molto cortese anche il personale. 28 luglio: Oggi si prosegue l’itinerario iniziato lo scorso anno e che vede protagonista uno dei più enigmatici e singolari Re, Ludwig II di Wittelsbach. Durante le vacanze di Natale 2009/2010 abbiamo visitato i suoi Castelli (diario di viaggio), ora proseguiremo, anche se non completeremo, il ricco itinerario che lo vede protagonista. È stato definito con molteplici appellativi, il Re delle fiabe, il Re sognatore, il Re architetto, il Re dell’innovazione; indubbiamente è un personaggio che affascina e che, per paradosso, fu colui che dilapidando i beni del regno per costruire i suoi castelli, ha permesso ai bavaresi di sviluppare una delle industrie più redditizie: il turismo. Oggi è il momento tanto atteso della visita al Castello barocco di Nymphenburg (Schloss Nymphenburg- con il biglietto combinato di 11.50euro si può visitare il Castello, le Scuderie con il Museo delle Carrozze, il Museo della Porcellana e gli edifici del parco Amalienburg, Badenburg, Pagodenburg e Magdalenenklause – sotto i 18 anni è gratuito – 3.50euro l’audio guida in italiano solo per gli appartamenti ). Segnalo, per chi ha intenzione di visitare più siti in questa regione, la carta dei Castelli Bavaresi al prezzo di 24euro a persona o 40euro per una famiglia (2011), corredata di una comoda brochure in inglese e tedesco con spiegazioni e orari. Tornando al Castello, venne edificato per essere residenza estiva nella seconda metà del Seicento, poiché all’epoca era collocato nella periferia di Monaco in piena campagna; oggi è ormai integrato nella città. L’occasione della costruzione fu data dalla nascita di Massimiliano, figlio del Principe Elettore Ferdinando Maria, per donarlo alla moglie Enrichetta Adelaide di Savoia. Conserva ancora arredi e quadri in perfetto stato; da non perdere la Camera Verde (Schlafzimmer der Königin) dove il 25 agosto 1845, giorno in cui si venera San Ludovico (Luigi IX di Francia), nacque Re Ludwig II, che venne battezzato il giorno successivo nella sontuosa “Sala di Pietra” o “Sala delle Feste” (Steinerner Saal); sempre in questo splendido ambiente, egregiamente affrescato da Johann Baptist Zimmermann, si esibì Mozart all'età di sei anni davanti al Principe Elettore Massimiliano Giuseppe III. Entusiasma molti turisti la straordinaria “Galleria delle Bellezze”, la Schönheitsgalerie, voluta dal Re Ludwig I (nonno di Ludwig II) che accoglie alle pareti quadri con i ritratti di 38 donne (in realtà 37, perché una è immortalata due volte), fra le più belle secondo l’avventuriero Re. Il pittore Joseph Stieler ne eseguì 36 tra il 1827 e il 1850, altri due furono aggiunti successivamente e dipinti dal pittore Friedrich Dürck. Nella galleria anche il ritratto di Lola Montez, irlandese che si fingeva spagnola, ballerina e amante del Re Ludwig I; questa vicenda fu il motivo scatenante della rivoluzione di Monaco del 1848. Ci piace molto anche il Marstallmuseum, originale raccolta di carrozze, e non solo, usate dalla famiglia reale per varie occasioni; insolite e moderne per l’epoca quelle appartenute a Ludwig II, come una slitta in stile rococò con una lampada a olio per le uscite notturne. C’è addirittura imbalsamato “Cosa Rara”, il Cavallo preferito dal Re, che pare fosse abituato a mangiare a tavola come una persona! Passiamo poi al Museo della Porcellana e quindi al Parco, dove si può accedere anche senza biglietto, e che nasconde tra la fitta coltre di alberi i padiglioni, a volte chiamati castelletti:

  • Amalienburg, il Castello di Amalia, il padiglione di caccia della principessa Amalia d’Asburgo, moglie di Carlo Alberto, che amava moltissimo l’attività venatoria. Il colore esterno, rosa, dà un tocco femminile e sopra il portale si può ammirare una scultura raffigurante Diana, dea della caccia. Molto graziosa la stanza da letto della principessa, così come la sala di forma circolare circondata da finestre e specchi; se ci si mette al centro della stanza, ci si può vedere riflessi ovunque! Decorazioni rappresentano Diana, Bacco, Cerere e Anfitrite.
  • Badenburg, ossia Padiglione da Bagno, dove si trova la prima piscina coperta e riscaldata dell'Europa moderna risalente agli inizi del Settecento, mentre il salone è decorato da fontane a forma di conchiglia.
  • Pagodenburg, fatto costruire da Massimiliano Emanuele come padiglione dalle stanze arredate con "cineserie", secondo la moda del tempo; all'esterno è adorno di classiche divinità della Roma antica.
  • Magdalenenklause, costruito come una finta rovina e concepita come "luogo di penitenza", contiene elementi romantici, gotici e moreschi. In questo luogo il principe Massimiliano Emanuele si appartava per meditare, venne però consacrata dopo la sua morte, sotto il regno del suo successore Karl Albrecht. Certo suscita curiosità l’allestimento di questo finto eremo, che è forse tra tutte le costruzioni presenti nel Parco il più suggestivo. Entrando si vede immediatamente la finta grotta realizzata con vari tipi di materiale: tufo, conchiglie, pietre colorate e altro. In questa particolare Cappella la Maddalena e, alle sue spalle, un teschio, come a rammentare che la morte è dietro di noi. Molto strana la posizione di preghiera, con le mani rivolte dal lato opposto della croce. Sarebbe interessante conoscerne il significato. Pare che questo sacro luogo sia famoso anche per i suoi effetti miracolosi. Protagonista di uno di questi la Baronessa Augusta von Pechmann, che rimasta cieca da bambina, usando l’acqua di una pozza proprio davanti alla statua come fosse stata una medicina, riebbe la vista.

Usciamo all’imbrunire con un tempo divenuto un po’ incerto, che ci invita a rintanarci nella famosissima fabbrica di birra Hofbräuhaus per una bella cena in stile bavarese.

Monaco
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È veramente unica: pare contenga circa 5.000 posti! Abbandoniamo lo stinco per questa sera e assaggiamo zuppa vegetale (Hausgemachte Gemüserahmsuppe), canederli di fegato in brodo (Suppenterrine mit großem hausgemachtem Leberknödel in Rinderbrühe), spätzle bianchi (Eierspätzle), contorni vari e il famosissimo piatto dolce, il Kaiserschmarrn (letteralmente frittata dolce dell’imperatore, servita con mousse di mele). Restiamo soddisfatti, anche se c’è troppa confusione e una cameriera che è l’antitesi della cordialità e dell’educazione, in altre parole appena capisce la nostra provenienza diventa veramente indisponente! I nostri vicini di tavolo italo - tedeschi, che hanno capito perfettamente i commenti che faceva sugli italiani, ci consigliano di non lasciarle la mancia …seguiamo alla lettera il loro consiglio! Una bella passeggiata per digerire un po’ l’abbondante pasto fino alla Residenz e nelle vie del centro. Attira la nostra attenzione una folla nei pressi dell’Hotel Bayerischer Hof; albergo frequentato da VIP in soggiorno a Monaco, dove pare ci sia Robbie Williams che dovrà tenere un concerto domani sera all’Olympia Park. In questo lussuoso albergo ha soggiornato anche Michael Jackson ed in suo ricordo è stato allestito dai fans una specie di memoriale permanente con foto e molto altro, purtroppo usando il monumento di Orlando Di Lasso. 29 luglio: oggi si lascia Monaco per inseguire ancora il mito del Re Ludwig II. Andiamo al Lago di Starnberg, precisamente a Berg e senza troppe difficoltà troviamo la strada che conduce al punto dove morì il bizzarro Re. Parcheggio di fortuna su strada, in via Waldstraße. Il Re era stato trasferito il 12 giugno 1886 dal Castello di Neuschwanstein alla residenza di famiglia di Berg (BergSchloss), che sarebbe divenuta la sua prigione, essendo stato deposto dal trono e dichiarato pazzo da una commissione medica senza mai essere stato visitato. Un considerevole raggruppamento di contadini si riunì a Hohenschwangau (che si trova in fondo alla strada per Neuschwanstein) per proteggerlo; voleva salvarlo dalla cattura, ma egli rifiutò. Era molto amato allora come ancora oggi dai bavaresi a causa della sua avversione alla guerra. Il giorno successivo il Re uscì per una passeggiata con il suo medico, il dottor von Gudden. Arrivata la sera e non vedendoli tornare, le guardie uscirono per cercarli: li trovarono entrambi senza vita proprio dove si trova ora la croce commemorativa. Scesi dal camper, incrociamo WittelsbacherStraße, dove c’è l’entrata del Castello di Berg (BergSchloss), che appartiene ancora ai parenti del Re, circondato da un bellissimo parco che lo protegge dagli occhi dei curiosi. I discendenti della famiglia Wittelsbach non ne permettono la visita ma, passando davanti al cancello, lo troviamo aperto e, curiosando, scorgiamo un tale che sta attraversando il giardino. È un dipendente dei padroni di casa che stranamente e con estrema cortesia ci permette di entrare e di fare qualche foto al giardino e all’esterno dell’edificio. Uscendo da questo storico palazzo, sulla destra, si trova la König-Ludwig-Weg con l’indicazione “Votivkapelle”, che, attraverso il bosco che un tempo faceva parte della proprietà del BergSchloss, ci conduce con una bella passeggiata lungo la via che termina in prossimità del lago, fino al punto in cui il 13 giugno 1886 Re Ludwig II venne ritrovato senza vita. In sua memoria una croce che emerge dall’acqua e, proprio di fronte, una Cappella (Votivkapelle - ingresso libero dalle 9 alle 17 da aprile a ottobre – libero per modo di dire: si vedono gli interni attraverso un cancello di ferro e viene aperta solo per occasioni speciali). Venne fatta costruire dallo zio, il Principe reggente Luitpold, su forte pressione del popolo; fu posta la prima pietra il 13 giugno 1896, e inaugurata il 13 giugno 1900. Grazie alla sua posizione su un ripido pendio verso il lago sembra dominare il luogo. All’interno all’apice della cupola è raffigurata la Madonna seduta su un trono come una regina, con le mani giunte in preghiera; la circonda un disegno ottagonale con i simboli delle otto diocesi della Baviera, (Monaco-Freising, Augsburg, Bamberg, Eichstätt, Passau, Regensburg, Speyer, Würzburg), come emblema della Baviera cristiana. Le altre figure rappresentate sono San Luigi di Francia, Santo ricordato il giorno della nascita del Re, Sant’Uberto, San Michele Arcangelo e San Giorgio. Scendiamo fin sulla sponda del lago e, vicinissima alla riva, la semplice croce, simbolo commovente della fine misteriosa di Ludwig. Il posto è molto frequentato, arrivano intere comitive; il triste epilogo della vita di quel Re che si estraniava tanto dalle realtà di corte, ha dato una notorietà incredibile a questo minuscolo paesino. Ci attende un’altra tappa della “Ludwig Strasse”: l’Isola delle Rose (Roseninsel - aperta da maggio fino al 15 ottobre - dal martedì al venerdì si può entrare ogni ora dalle 12.15 alle 17.00  - sabato, domenica e festivi stesso orario ma visite ogni mezz'ora - il lunedì è sempre chiuso ). Questa volta abbiamo più difficoltà a trovare il molo per raggiungere l’isola, così aggiungiamo al percorso una sosta non prevista: Possenhofen, la Residenza estiva della Principessa Sissi. È chiuso, ma non abbiamo intenzione di vederlo, anche se in qualche modo fa parte del contenuto del nostro tour. Infatti, la popolarissima principessa ebbe un ruolo importante nella vita de Re, di cui era peraltro cugina. Ci spostiamo un pochino più avanti e riusciamo finalmente a trovare il parcheggio del Parco di Feldafing. Si percorre a piedi una stradina interna al parco fino ad arrivare al piccolo molo da cui parte la deliziosa piccola barca che, nella bella stagione, trasporta i turisti fino sull’isoletta (adulti andata e ritorno 4euro, bambini 1euro – sito web). Il territorio dove ora c’è il Parco era stato acquistato dal Re di Baviera Massimiliano nel 1850 insieme all’Isola di Wörth, nome originario della Roseninsel. Avrebbe voluto costruirvi un Castello, ma l’inaspettata morte lo fece restare l’unico esempio di giardino di corte bavarese senza edifici. Sulla minuscola isola, invece, vi fece costruire un Casino di caccia e uno splendido giardino di rose progettato da un tale Lennè, direttore dei giardini reali prussiani. Questa costruzione doveva offrire alla famiglia reale soggiorni estivi lontano da persone curiose. Ludwig invitò in questo piccolo paradiso la zarina di Russia Maria Alexandrowna e Richard Wagner, ma, soprattutto, era luogo dei suoi incontri con la cugina Sissi. Accomunati dalla voglia di sottrarsi alla vita di palazzo e dalla passione per l’arte, Ludwig e Sissi si lasciavano lettere e poesie all’interno del Casino; tra i vari scritti il famoso “Saluto del mare del Nord” in cui Sissi paragona se stessa a un gabbiano e Ludwig a un’aquila. La visita guidata (3,50euro) è soltanto in tedesco e non ci sono audio guide. Al piano superiore si trovano le camere del re e la sala principale dell'edificio, il grande salone in stile pompeiano. All'interno della biglietteria una mostra sulla storia dell’Isola e tanti oggetti e libri interessanti da acquistare; cosa molto gradita, il gentile addetto alla rivendita parla bene italiano. Libri e film su Ludwig di Baviera

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Roseninsel
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La nostra ultima giornata non è ancora finita, e il nostro ripercorrere il mito del Re Bavarese prosegue al Castello di Linderhof (Schloss und Park Linderhof). Il Castello lo avevamo già visto lo scorso anno, ma era inverno e ci era rimasta la curiosità di vedere la Grotta di Venere (Venusgrotte) e il Parco, che sono visitabili solo nella bella stagione. Il Castello era in realtà una casa di caccia di Massimiliano II, padre di Ludwig, che lo aveva acquistato dall’Abbazia di Ettal (e gestito dalla famiglia Lind, da qui il nome; ma c’è anche chi attribuisce la denominazione a un grande albero di Tiglio, in tedesco Lind). Sarebbe più corretto chiamarlo Palazzo piuttosto che Castello. Il figlio Ludwig II acquistò il terreno circostante con l'intenzione di costruire una "villa reale", non un palazzo sontuoso e di rappresentanza ma un piccolo rifugio per il sovrano. Approvati i progetti dell'architetto Georg Dollmann, che in seguito costruirà anche Herrenchiemsee, iniziarono subito i lavori che terminarono nel 1879. Restiamo allibiti dalla Grotta, dal vastissimo Parco e dagli altri edifici. La Venusgrotte è una scenografica grotta artificiale ispirata alla Grotta Azzurra di Capri, che il Re vide durante uno dei suoi viaggi in Italia restandone affascinato. Fu progettata e costruita con enorme ingegnosità tecnica: alla base un quadro di travi in ferro e pilastri ricoperto di cemento, con decorazioni che danno l’effetto di una grotta naturale, completa di stalattiti. All’interno della grotta specchi, un lago con una cascata artificiale e onde create meccanicamente; una barca a forma di conchiglia sulla quale Ludwig si lasciava cullare vestito da Lohengrin e passava intere ore a sognare e riflettere. Fu dotata inoltre, di un dispositivo in grado di produrre una sequenza programmata di cinque differenti effetti di illuminazione, della durata di dieci minuti ciascuna che si conclude con la comparsa di un arcobaleno sopra il dipinto di una scena del Tannhauser di Wagner, dipinto che costituiva lo sfondo di un piccolo palco. Le macchine elettriche che producevano questi effetti comprendevano 24 dinamo, una delle quali è oggi esposta nel Museo Tedesco di Monaco di Baviera (Deutsches Museum). Si entra in gruppo e si sentono le espressioni di stupore e ammirazione dei visitatori. Ludwig aggiunse altri edifici al Parco, creando così una serie di ambientazioni esotiche. Nella Capanna di Hunding (Hundinghütte), che è stata costruita intorno al tronco di un albero, è ricostruito il set del primo atto della Valchiria; qui Ludwig e i suoi compagni seduti su pelli d'orso usavano bere l’Idromele, ossia il vino di miele, una bevanda che sembra aver origini ancor più antiche del vino e della birra. Questo edificio fu distrutto dalle fiamme ben due volte, l’ultima ricostruzione risale al 1990. Il terzo atto del Parsifal di Wagner diede spunto al sovrano per la costruzione dell’Eremo di Gurnemanz (Einsiedelei des Gurnemanz), dove il Re poteva calarsi nell'atmosfera della storia. Questi due edifici, benché chiusi, riusciamo a vederli e fotografarli dalle finestre. Sicuramente diverso da questi rifugi rustici è lo splendore del Chiosco Moresco (Maurischer Kiosk) con lo spettacolare trono dei pavoni e le splendide e variopinte vetrate. Questo edificio fu acquistato da Ludwig nel 1876 dal proprietario di un castello in Boemia, ma probabilmente proveniva da Parigi. La Casa Marocchina (Marokkanisches Haus) Ludwig la acquistò nel 1878 all’Esposizione Universale di Parigi; venduta dal governo bavarese alla morte di Ludwig nel 1886 e portata nella vicina Oberammergau, è stata riacquistata e riportata nel parco nel 1998. Non riusciamo a vederne gli interni. Usciamo al momento della chiusura, e adesso si può davvero dire che la vacanza è conclusa. Attraversiamo l’Austria passando prima da Garmisch Partenkirchen, bellissima cittadina ricca di case con le facciate affrescate. Scattiamo le ultime foto, facciamo le solite operazioni di carico e scarico nell’area camper in Wankbahn Straße e ripartiamo. La notte la passiamo in un parcheggio sul Brennero e, il 29 luglio, dopo qualche acquisto nei pressi di Bolzano, proseguiamo il viaggio di ritorno. La sera del 30 luglio sostiamo nell’area camper di Montefiascone e il 31 luglio siamo di nuovo a casa.

Nel nostro viaggio alla scoperta di uno dei Re più fantasiosi della storia, manca ancora qualche località che lo vide protagonista, e che speriamo di percorrere in un prossimo viaggio:

La Tomba del Re nella Sankt Michael Kirche, a Monaco.

La Casa Reale dello Schachen, aperta dal 2 Giugno fino a metà Ottobre.

La Residenz di Monaco, aperta dal 1 Aprile al 17 Ottobre dalla 9 alle 18 e dal 18 Ottobre al 31 Marzo dalle 10 alle 17

Il treno imperiale di Ludwig II al Museo dei Trasporti di Norimberga (Nürnberg Deutschen Bahn), aperto tutti i giorni.

Consiglio di leggere il libro "La Baviera di Ludwig" di Antonio Quarta

Libri e film su Ludwig di Baviera

Castello di Lin...
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